Mostra fotografica di Beatrice Pastorio Fermare l’attimo

Titolo della mostra: “fermare l’attimo”
Autori: Beatrice Pastorio
Genere: pittura su base fotografica
Luogo: Casa di Rigoletto – Mantova, Piazza Sordello
Inaugurazione: 17 giugno 2017 – ore 18.00
Durata: 17 giugno/16 luglio 2017
Organizzazione: Comune di Mantova – Ufficio Mostre
A cura di: Carlo Micheli
Con la collaborazione di: Francesca Chiappetta
Info: 0376.288208
Orari: tutti i giorni 9.00-18.00

FERMARE L’ATTIMO

Nonne adolescenti, madri neonate, scherniscono il tempo dai contorni frastagliati di fotografie ritrovate. Il tempo fermato è quello dei ricordi di Beatrice, i volti quelli dei personaggi menzionati negli amarcord famigliari: la gita domenicale a Verona, tra un volo impazzito di colombi; l’eroico aviatore, troppo giovane e bello per non essere rapito dalla guerra all’affetto della zia, perpetuando così, attraverso la scomparsa prematura, il doloroso ricordo di sè; la romantica fanciulla de “quella sera d’estate”, tanto inequivocabilmente Liberty da sembrare ritagliata da un’opera di Previati…
Questi scatti amatoriali, domestici, costituiscono il punto di partenza di “fermare l’attimo”, il materiale grezzo su cui è intervenuta Beatrice, prima operando sui tagli, gli ingrandimenti, le sgranature; poi aggiungendo colori, velature, foglie d’oro e d’argento. Si tratta di commenti cromatici intesi a “sigillare” l’immagine, a bloccarla nella sua perfezione formale ed evocativa, a trasformarla in un’opera d’arte originale ed irripetibile. L’intento della Pastorio è evidente: provocare uno straniamento nell’osservatore, perchè possa fruire di ogni immagine razionalmente e singolarmente, liberandolo da tutte le implicazioni romantico-nostalgiche che appartengono di diritto al suo ambito familiare, alla sua sensibilità di donna e di artista, ma che, proprio perchè così fortemente connota
te, devono acquisire un respiro più ampio, più autonomo.Così “fermare l’attimo” corre su due binari paralleli: da un lato quello dell’adesione sentimentale ai soggetti, dell’omaggio affettuoso di Beatrice alle tessere di un passato ritrovato, dall’altro quello dell’artista che utilizza questi materiali per realizzare un progetto autonomo, scevro da ogni implicazione emotiva. Un percorso non facile, una dicotomia vissuta per oltre un anno da Beatrice, giorno dopo giorno, fino a quando l’alchimia si è compiuta e l’attimo è stato fermato…
Carlo Micheli